Le trappole mentali sono ragionamenti sommari che si affacciano alla nostra mente automaticamente quando dobbiamo far fronte a scelte per noi spiacevoli e hanno la funzione di porre fine all’indecisione nella maniera più facile “tagliando la testa al toro”. Come le trappole vere sembrano ciò che non sono e producono ciò che la vittima non vuole: si tratta di pensieri apparentemente ragionevoli che servono, di fatto, a perpetuare un comportamento irragionevole. Per chi è vittima di una dedizione le trappole più frequenti sono quelle che illustriamo qui sotto ma ognuno può cercare le proprie e disinnescarle a modo suo.
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“Il problema è un altro “
Questa trappola è spesso supportata anche dalla scelta di certi interventi “terapeutici”. La persona sull’orlo della bancarotta perché spende tutto al casinò è ben cosciente del danno che questa abitudine le procura. Ma, invece di concentrarsi sul modo di por fine ai disastrosi effetti della dipendenza, si concentra sulle supposte cause remote e, per esempio, si imbarca in una lunga rimuginazione centrata sulle sue relazioni con i genitori o il partner. Il primo effetto di tutto ciò è che, intanto, continua a spendere soldi e questo, oltre a portare alla rovina economica, non migliora certo i suoi rapporti con gli altri. Possibile disinnesco: “Questo è un altro problema”
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“Comincio lunedì”
Questa trappola risponde al principio di coerenza: effettivamente può risultare più facile cambiare qualcosa quando si entra nell’ordine di idee di cambiare tutto. E’ la realizzazione della credenza “anno nuovo, vita nuova“, in tutte le sue versioni. In realtà all’inizio di una settimana cambia solo il modo (convenzionale e arbitrario) in cui nominiamo i giorni e proprio niente altro. La trappola mentale però consente in questo modo alla vittima di avere solo un giorno su 7 (o uno su 31 o uno all’anno) buono per smettere. Cioè restringe le sue possibilità di cominciare a cambiare direzione al proprio comportamento. Possibile disinnesco: “Ho cominciato un secondo fa”
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“Me lo merito”
Questa trappola è quella più frequentemente implicata nelle ricadute. Chi riesce a sospendere per un po’ il comportamento che vuole evitare, pensa 1) di avere la prova di esserne capace, tanto è vero che l’ha fatto; 2) di essere stato bravo a farlo; 3) che si merita un premio; 4) che, proprio perché il suo piano è ben avviato, il premio può essere una piccola e non dannosa replica del comportamento da evitare. In questo caso l’errore sta nel considerare, per esempio, come comportamento pericoloso “ciattare troppo” e non “esporsi a qualcosa che fa perdere il controllo”. E’ come se una persona, allergica alle fragole che le piacciono moltissimo, pensasse che, siccome è stata sei mesi senza mangiarle e senza orticaria, si merita in premio 4 o 5 fragoline di bosco. Possibile disinnesco: “Non me lo merito ( di tornare al punto di partenza e stare fermo un giro)”
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“Tanto ormai”
Questa trappola presuppone erroneamente che ci siano solo due possibilità per esempio: o gioco o non gioco, o sto bene o sto male. In alternativa presuppone che le giornate, la vita, i programmi per smettere siano un po’ come mele che, una volta bacate, sono interamente da buttare. “Tanto ormai” si pensa quando, per esempio, dopo aver deciso di smettere di bere si esce a cena e si accetta un bicchiere su insistenza di malfidati amici. Violata l’astinenza, come se si fosse persa la verginità, si considera fallito l’obbiettivo e ciò, fallimento per fallimento, diventa una licenza di bere senza ritegno. Come se, su una pista di pattinaggio, l’aver messo un piede in fallo ed essere scivolati volesse dire non saper pattinare. Possibile disinnesco: “Riparto subito! (un passo indietro e subito due avanti fanno un passo avanti) “
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“Oggi non vale”
Questa trappola viene utilizzata come riserva mentale: la vittima continua a pensare che vuole smettere e vuole seguire il suo piano per farlo, ma trova qualcosa nella giornata che sta vivendo che la rende eccezionale per cui “non fa testo”: un grave stress, una ricorrenza, un compito impegnativo, ecc. ecc.. Naturalmente, a posteriori, si accorgerà che, per lui o lei, non c’è proprio nulla di eccezionale nel trovare scuse per continuare a fare quello non deve: ma sarà troppo tardi. Possibile disinnesco: “Oggi vale di più”
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“Chi se ne frega”
Questa è la trappola più subdola. Può colpire in qualsiasi momento perché il nostro cosiddetto sistema di valori (cioè la gerarchia delle cose che sono importanti per noi) cambia continuamente anche nella stessa giornata. Per esempio quando siamo molto arrabbiati con qualcuno l’unica cosa che ci interessa è fargliela pagare e per questo siamo anche disposti a rimetterci. Sbollita l’ira la questione cambia aspetto ed è per questo che gli avvocati a volte tirano in lungo la cause nella speranza che il loro iracondo cliente diventi più ragionevole ad accetti un compromesso invece che correre alla sconfitta. In realtà è difficile mentre siamo sotto l’effetto di una forte emozione (e anche la noia lo è…) comportarci come se ci interessasse qualcosa che in quel momento è per noi irrilevante. Il trucco è quello di utilizzare, stavolta a nostro vantaggio, il pensiero automatico mettendo il nostro programma nella categoria mentale dei comportamenti programmati (per esempio come quello di cambiare la marcia quando guidiamo anche se in quel momento non ce ne importa nulla di guidare bene) Possibile disinnesco: “Chi se ne frega (della malefatta o malasorte) io tiro avanti come ho deciso io”
- Scrivete su un quaderno le trappole più pericolose che avete incontrato e i pensieri alternativi per disinnescarle che volete sperimentare. Dopo ogni esperimento scrivete il risultato. Quando trovate un risultato accettabile scrivete il disinnesco in un luogo ben visibile in modo da farlo diventare un pensiero automatico.